Semi

SEMI (2017) in memoria di Pinuccio Sciola (15 marzo 1942- 13 maggio 2016)
Argilla, carta di riso, inchiostro turchese, ramo e foglie d’olivo, piccone.

Un giorno Pinuccio Sciola mi raccontò di essere stato con una classe della scuola elementare in cima a una montagna. Aveva preparato per l’occasione dei “semi” di pietra più piccoli del solito. Una volta in cima con delle zappe si misero a
piantare i semie i bambini li ricoprivano con la terra. Poi tutti sudati si sedettero in cerchio per terra. E Pinuccio domandò che cosa pensate genereranno questi semi? E alcuni risposero altre pietre. La bambina più piccola con un filo di voce disse: delle montagne! Questo episodio al di là della sua poesia mi ha scosso e ispirato. Seminare opere  sotto terra. Lavorando l’argilla che, come diceva Sciola, è materia sacra come la pietra, l’idea di seminare della terra nella terra mi pareva consonante.

I due semi, di cui è composta l’opera, sono un nocciolo d’olivo l’altro di olivastro in argilla, cavi come lo sono in natura  per contenere il germoglio. Ciascuno ha in sé tre cose: un pezzettino di ramo, attorno al quale ho arrotolato un testo che ho scritto per Pinuccio e una foglia dello stesso ramo che ho trovato dopo un temporale a Parigi in una stradina, senza alcuna pianta d’olivo nelle vicinanze, il giorno che ho saputo della sua morte. Nel febbraio del 2017 quando ho piantato i seminel Giardino sonoro, lo studio/aranceto di Pinuccio Sciola, a San Sperate, Maria, sua figlia, mi ha dato
il piccone, ma non ha voluto sapere dove li avrei seminati. Insieme però abbiamo riletto un frammento pubblicato nel 2014 in Natura Petrea, da Leonel A. Mitre:

…il maestro si getta nella terra, e cosi ricoperto, recita il suo ultimo ringraziamento, poiché entra nel luogo a cui è sempre appartenuto.

ph. A. G.